La scatola finlandese: un miracolo del Welfare, un mistero dell’epidemiologia.

Alla nascita di un bambino, è normale attendersi che il piccolo riceva tante attenzioni e soprattutto tanti regali da parenti e amici della famiglia: vestitini, coperte, tovaglioli, biberon, mille oggetti destinati alle amorevoli cure quotidiane.

Esistono, tuttavia, anche tanti neonati che, appena venuti al mondo, devono affrontare, loro malgrado, enormi difficoltà, di salute o socio-economiche, legate alla povertà delle loro famiglie.

La Finlandia, oggi uno dei Paesi col tenore di vita più alto del mondo, in virtù delle sue decennali politiche di welfare, cioè di ridistribuzione delle risorse pubbliche a sostegno dei più svantaggiati, nel 1938 era una Nazione povera e con un tasso di mortalità infantile molto elevato: 65 bambini ogni 1000 nati.

L’imminente guerra, che vide coinvolta anche la stessa Finlandia contro l’Unione Sovietica, non avrebbe potuto far altro che peggiorare la situazione.

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Piccoli profughi finlandesi in fuga dalla guerra verso la confinante Svezia nel 1939.

Nel 1938, tuttavia, il Governo finlandese decise di regalare un “pacchetto maternità” a tutte le neomamme, racchiuso dentro una scatola di cartone: il dono aveva l’obiettivo di garantire alle famiglie con un basso reddito condizioni di assistenza ai loro bambini uguali a quelli delle coppie più benestanti. La scatola conteneva vestiti, una sleeping bag, ovvero un sacco a pelo, lenzuola ed un materasso sottile che, insieme alle quattro pareti della scatola, avrebbe costituito la prima culla del bambino.

Il regalo veniva però elargito, tramite servizio postale, a condizione però che le gestanti, entro il quarto mese di gravidanza, si recassero da un medico o presso una “pre-natal clinic”, un ambulatorio di maternità. Elemento essenziale, indubbiamente, per estendere a tutta la popolazione essenziali screening prenatali.

In alternativa alla baby box, il Governo poteva versare una somma di denaro, che nel tempo è stata adeguata al tasso di inflazione ed oggi ammonta a circa 140 Euro, ma una schiacciante percentuale, che ancora oggi si attesta al 95%, delle mamme, ha sempre optato per la scatola, cui venne attribuita, già dall’inizio, un valore assai superiore.

L’idea fu straordinariamente vincente ed efficace, tanto che, nel 1949, il dono della baby box venne estesa – udite udite! – a tutte le neomamme, anche quelle più agiate.

Nei decenni, il Sistema Sanitario finlandese ha conosciuto numerose riorganizzazioni e le condizioni socio-economiche dei cittadini sono sensibilmente migliorate, ma la baby box ha continuato ad essere richiesta e distribuita, ricevendo anzi una serie di aggiornamenti e divenendo, nel tempo, parte integrante della tradizione popolare.

Ad oggi, la scatola contiene decine di oggetti, comprendendo, oltre alle lenzuola, coperte e vestiti, anche pannolini riusabili, biberon, asciugamani e prodotti per la toilette, creme, fino a prodotti specifici per le mamme ed i papà, come i tiralatte e persino i condom.

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I contenuti tipici di una Finnish box.

In particolar modo a partire dal dopoguerra, la “scatola di cartone” ha contribuito al crollo del tasso di mortalità infantile nel Paese scandinavo, portandolo a valori inferiori al 5 mille, uno dei migliori al mondo, come evidenziato da questo grafico ufficiale, tratto dall’istituto nazionale di statistica finlandese:

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Le idee vincenti, ovviamente, trovano proseliti. Negli ultimi anni, infatti, la tradizione della baby box è stata adottata dal Canada, dal Sudafrica, dall’India, da alcuni Stati USA, come il New Jersey, e nel Regno Unito. Gli ospedali londinesi di Chelsea and Westminster ed il Queen Charlotte’s sono stati infatti, nel 2016, i capofila di una sperimentazione, nell’ambito dell’NHS, che in breve tempo ha portato alla introduzione in via permanente del maternity package a tutte le mamme disagiate in molti Trusts dell’Inghilterra e, a partire dall’agosto del 2017, anche in Scozia.

Ma perché la Finnish box contribuirebbe ad abbattere il tasso di mortalità infantile? Non solo, la baby box è stata anche collegata alla riduzione della SIDS, Sudden Infant Death Syndrome o sindrome della morte improvvisa del lattante, che in Gran Bretagna registra ancora 300 casi all’anno ed in Italia circa 250.

Benché vi siano studi che dimostrano come vi sia un rapporto inversamente proporzionale tra tasso di mortalità infantile e condizioni socio-economiche, non ho trovato, al contrario, ricerche che spiegassero il rapporto tra l’adozione della scatola e la riduzione del suddetto tasso e dei casi di SIDS in particolare. in altre parole, la Finnish box è un miracolo del welfare, ma anche un mistero per l’epidemiologia.

D’accordo, non esageriamo.

I fenomeni sociali spesso trovano spiegazione in diverse concause, mentre, per quanto riguarda la morte del lattante, alcune ricerche associano una parte di questi infausti eventi all’abitudine di alcuni genitori di far dormire il neonato insieme a loro nel letto matrimoniale – abitudine che, ovviamente, la scatole di cartone permetterebbe di evitare.

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Mancando, tuttavia, evidenze scientifiche relative all’efficacia della scatola, di recente una charity inglese, il Lullaby Trust, ha messo in guardia da un utilizzo improprio della scatola, sostenendo che la culla è il posto più sicuro dove un bambino possa dormire e che, se proprio si voglia adottare una scatola di cartone, devono essere seguite alcune indicazioni, quali:

  • Utilizzare solo la scatola per i pisolini diurni e far dormire il bambino in una culla o vicino al letto dei genitori durante la notte;
  • Non utilizzare la scatola una volta che il bambino è in grado di rotolare;
  • Non mettere più materassini in cima al primo, per alzare il bambino fino ad un livello superiore;
  • Assicurarsi che la scatola sia posizionata su una superficie solida e non possa rovesciarsi;
  • Non utilizzare la scatola, se si bagna o si sporca;
  • Non mettere la scatola su un pavimento freddo;
  • Tenere gli animali domestici lontani dalla scatola;
  • Non lasciare il bambino incustodito o fuori controllo;
  • Non sollevare o portare la scatola intorno alla casa, se il bambino è dentro di essa;
  • Non mettere il coperchio sulla scatola, se il bambino è dentro di essa;
  • Assicurarsi di rispettare tutte le istruzioni relative all’età ed al peso massimi.

Non nascondo, tuttavia, che l’idea della “scatola finlandese” mi ha affascinato fin da quando ne sono venuto a conoscenza. Un paio di anni addietro, l’idea è stata importata anche in Italia, sotto il nome di “valigia maternità”, nell’ambito del Programma 1000 giorni, in alcuni ospedali aderenti di Napoli e Roma. Il progetto è stato sviluppato dall’associazione Pianoterra Onlus, in collaborazione con l’Associazione Culturale Pediatri, ma ne accoglierei con entusiasmo l’estensione a tutto il SSN.

Luigi D’Onofrio per Italian Nurses Society

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