Come funziona il “Daspo” sanitario in UK

Più volte, nel dibattito politico italiano, è venuta a galla l’idea di introdurre un “Daspo sanitario”, ovvero l’allontanamento, disposto dal Questore, di pazienti e visitatori che pongono in essere condotte di abuso nei confronti del personale sanitario, analogamente a quanto avviene per i teppisti che causano disordini pubblici negli stadi.

Può essere interessante sapere che, nel Regno Unito, una sorta di “Daspo sanitario” esiste già da diversi anni.

Anche l’NHS è infatti afflitto dalla piaga delle violenze verso i professionisti della sanità, al punto che, lo scorso anno, il Parlamento britannico ha votato a favore di un inasprimento delle sanzioni previste per questa tipologia di aggressioni, raddoppiando la pena carceraria prevista per i responsabili, da 6 a 12 mesi.

Nei confronti dei pazienti e/o visitatori che si rendono autori di atteggiamenti violenti od abusivi verso medici ed infermieri, tuttavia, gli stessi Trust inglesi possono adottare misure la cui denominazione trae spunto, anche in questo caso, dal mondo del calcio.

Le sanzioni sono articolate in tre tipologie, di gravità crescente:

– Il formal warning, che consiste in un richiamo formale e per iscritto;

– la yellow card, il cartellino giallo, della validità di 12 mesi;

– la red card, il cartellino rosso, che esclude un paziente dall’accesso alle cure di un Trust, fatta eccezione per quelle in regime di emergenza-urgenza, in Pronto Soccorso (A&E).

Alle sanzioni già elencate va aggiunta l’eviction, ovvero lo sfratto di un paziente che occupa abusivamente un posto letto, pur essendo idoneo alla dimissione. Quest’ultima, tuttavia, non sarà oggetto di disamina.

Entriamo invece nel dettaglio delle altre.

Il formal warning viene richiesto dall’infermiere coordinatore dell’Unità o del Dipartimento, che intima il paziente od il visitatore ad adottare atteggiamenti rispettosi del personale sanitario e conformi alle caratteristiche dell’ambiente ospedaliero. Il/la nurse in charge provvede anche a comunicare che il richiamo venga annotato in cartella e che copia scritta del provvedimento, predisposto dal dirigente infermieristico (Divisional manager) verrà consegnata in breve tempo.

Il Consultant, ovvero il medico responsabile del paziente, viene contestualmente informato della decisione; lo stato mentale del paziente/visitatore, al momento dell’episodio in cui è stato manifestato il comportamento inaccettabile, viene riesaminato accuratamente, per valutare la concomitanza di condizioni psicologiche in grado di giustificare e scusare la condotta.

In carenza di valide motivazioni, si procede con la definitiva emissione del formal warning ed il destinatario viene invitato a firmare un documento denominato (traduco letteralmente) “Conferma della comprensione del richiamo formale scritto per pazienti violenti od abusivi“. L’atto trova validità anche in presenza di un rifiuto a firmare. Ogni passaggio della procedura deve essere accuratamente annotato in cartella e, come nei casi delle sanzioni più gravi, deve essere compilato un rapporto dell’incidente, per mezzo del sistema informatico.

La yellow card costituisce la prima forma di escalation e rappresenta, in sostanza, un ultimatum al paziente/visitatore, della validità di 12 mesi, durante i quali ogni ulteriore condotta violenta o abuso comporterà l’emissione della red card. In questa circostanza, anche il General Practitioner, ovvero il medico di famiglia, viene informato della sanzione. Il cartellino giallo viene emesso da un manager di livello elevato (senior) della struttura ospedaliera, e il responsabile può appellarsi per chiedere la sua rimozione.

Al termine dell’anno ed in assenza di altri episodi negativi, il Comitato etico (Clinical Ethics Group) del Trust provvede d’ufficio alla cancellazione della sanzione.

La red card, il cartellino rosso, è infine proprio ciò che traspare dalla sua denominazione: il paziente/visitatore viene, di fatto e di diritto, espulso dalla struttura ospedaliera e riammesso solo in circostanze di emergenza, per ricevere assistenza in Pronto Soccorso, in presenza di un addetto della security. Qualunque riavvicinamento, in assenza di un’emergenza clinica, comporta l’obbligo per il personale ospedaliero (informato della red card, perché inserita nel fascicolo elettronico o cartaceo del paziente) di chiamare i servizi di sicurezza od anche la polizia, per richiedere l’immediato allontanamento.

La red card viene emessa dal Chief Executive, ovvero dal manager più alto in grado del Trust, e non necessariamente costituisce il frutto di un’escalation successiva a un formal warning o una yellow card, ma può essere diretta (proprio come nel calcio), a fronte di condotte particolarmente gravi.

Oltre ad essere espulso dal Trust, il paziente viene informato su modalità alternative di accesso alla cura, presso altre strutture. Qualora non fosse possibile praticare altre opzioni di cura in sedi diverse, il destinatario della red card continuerà a ricevere assistenza presso lo stesso ospedale, ma sempre in presenza di un addetto alla sicurezza, al fine di proteggere il medico o l’infermiere. Anche la sanzione del cartellino rosso può essere appellata, attraverso la procedura prevista per i reclami dell’utenza (complaint process) ed ha una validità di 12 mesi, cessati i quali, in assenza di altri comportamenti abusivi, viene cancellata d’ufficio dal Comitato etico del Trust.

Si auspica quindi che, a fronte di episodi di violenza e abuso a danno degli operatori sanitari, la sanità italiana adotti delle procedure simili, in quanto già sperimentate con successo nel Regno Unito.

Luigi D’Onofrio

Italian Nurses Society

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