L’omicidio di George Gutteridge e la nascita del 999 in UK.

Il 999 costituisce il numero telefonico di emergenza inglese ed è il più antico al mondo, considerando che ha celebrato i suoi 80 anni di vita nel 2017. Si tratta di un numero nato e tuttora destinato a ricevere ogni genere di chiamata di emergenza (purtroppo, ahimé, è anche vittima di abusi quotidiani).

In effetti, a differenza che in Italia, dove i numeri di emergenza sono diversificati a seconda del servizio che si intende ricevere, componendo il 999 si può richiedere l’invio di un’ambulanza, della Polizia, dei Vigili del fuoco, della Guardia Costiera, perfino del soccorso montano e di miniera.

Nella sola Londra si contano oltre 500.000 chiamate a settimana.

Il 999, inoltre, costituisce il numero di emergenza anche in molti altri Paesi al mondo, tra cui l’Irlanda e la Polonia.

Spulciando su Internet, si legge generalmente che la nascita di questo servizio nacque a seguito dell’ondata di commozione e mobilitazione generale montata dopo la morte di 5 donne in un incendio a Whimpole Street, Londra, nel 1935, in cui un vicino delle povere vittime, che tentava di chiamare la locale Fire Brigade (Stazione dei Vigili del Fuoco), venne messo in coda dalla centralinista e decise perciò di scrivere una lettera accorata al Times dopo la tragedia.

Pochi sanno, tuttavia, che nei dieci anni precedenti alla nascita del 999 le chiamate di emergenza erano state già rese gratuite e prioritarie per effetto di un altro disservizio telefonico collegato ad un altro episodio di cronaca nera, l’omicidio dell’ufficiale di polizia George Gutteridge.

Alle 6 del 27 settembre 1927 il postino William Alec Ward, come ogni mattina, stava consegnando la posta in alcuni piccoli centri della regione dell’Essex, nel nord-est di Londra, e si dirigeva in direzione di Howe Green, quando vide una figura semiseduta nella penombra, lungo la strada.

Avvicinandosi, con suo orrore riconobbe in essa un uomo, con indosso una divisa da poliziotto ed il corpo trafitto da alcuni colpi di pistola, due dei quali avevano trapassato le orbite oculari.

Ward si precipitò allora presso una casa vicina per cercare aiuto e fermò anche un’autista di un bus, poi, mancando nell’area telefoni pubblici, ritornò all’ufficio postale di Stapleton Towney, da cui proveniva, per chiamare la stazione di polizia più vicina, quella situata a Romford.

Al telefono, tuttavia, l’operatore (che all’epoca reindirizzava manualmente le chiamate) contestò al postino il mancato pagamento della tariffa di 5 pence (centesimi di sterlina) e si perdette molto tempo prima che Ward, che chiese anche l’intervento dell’impiegata dell’ufficio, riuscisse a contattare la stazione di polizia, che intervenne prontamente e riconobbe nel cadavere il police officer George Gutteridge.

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Il Police Officer George Gutteridge con la figlia.

Cambiamo per un attimo scena.

Nello stesso giorno, qualche ora dopo l’omicidio di Gutteridge, a 42 miglia di distanza, a Brixton, nel sud di Londra, venne rinvenuta un’auto rubata la notte precedente ad un medico di famiglia di Billericay, nell’Essex, il Dottor Edward Lowell.

Il medico aveva lasciato l’auto nel suo garage, con a bordo ancora la sua borsa ed alcuni strumenti di lavoro e testimoni avevano riferito di un’auto che si allontanava dai pressi della sua abitazione intorno alle 2.30 del mattino.

Nel garage di Brixton venne ritrovato anche il caricatore di una calibro 45 vuoto.

Teniamo bene a mente questo particolare.

L’omicidio di Gutteridge sconvolse la nazione e portò alla richiesta di una taglia sugli assassini ed all’intervento di Scotland Yard, ma si dovette attendere fino al gennaio del 1928 affinché tutti i pezzi del puzzle tornassero in ordine.

La soffiata di un ex-carcerato, infatti, portò all’arresto di un pregiudicato, Frederick Guy Browne, noto anche per furti di auto e moto e per le rapine alle stazioni ferroviarie, la sua specialità. Durante la perquisizione della sua abitazione, effettuata a seguito di un furto d’auto nella zona di Vauxhall per cui era sospettato, furono rinvenuti, tra le altre cose, gli strumenti di lavoro del Dr Lowell e due pistole calibro 45, con caricatori della stessa tipologia di quelli rinvenuti nell’auto del medico.

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Frederick Guy Browne e William “Pat” Kennedy, i due assassini.

Una perizia balistica, una delle prime condotte in Inghilterra, dimostrò in seguito che i proiettili che avevano ucciso John Gutteridge erano partiti proprio da una di quelle pistole: il furto dell’auto e l’omicidio erano dunque collegati ed ulteriori indagini rivelarono che Guy Browne non aveva agito da solo, ma con un complice, di nome William Kennedy.

Durante il processo, che si concluse con la condanna a morte per impiccagione dei due assassini, emerse che il poliziotto era stato ucciso nel tentativo di fermare per un’ispezione di routine, intorno alle 3 del mattino, l’auto che i due pregiudicati avevano appena rubato al Dr. Lowell.

Browne non esitò a freddare Gutteridge con due colpi al petto. Mentre il povero ufficiale di polizia languiva, con gli occhi spalancati, negli ultimi spasmi che precedono la morte, il criminale si ricordò della leggenda secondo cui gli occhi di una persona recano impressa l’ultima immagine vista prima di morire.

Terrorizzato dalla leggenda, Browne urlò al morente poliziotto: “perché mi fissi così?”, prima di sparare due proiettili nelle sue orbite. Sia lui che il suo complice Kennedy vennero impiccati lo stesso giorno della conclusione del processo, durante il quale il postino Ward fu chiamato a testimoniare, mettendo così allo scoperto i disservizi che aveva incontrato e che avevano permesso ai due criminali di fuggire indisturbati e di far perdere le loro tracce per molti mesi.

Grazie un fatto di sangue e dalla morte di un poliziotto, tuttavia, le chiamate ai servizi di emergenza divennero gratuite e prioritarie e di lì ad alcuni anni venne istituito un servizio che in 80 anni, di vite, ne ha salvate un numero davvero incalcolabile.

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